Spulciando negli archivi di fotografie mi rendo conto che in quindici anni di attività come freelance ho cambiato diverse scrivanie (o “set-up”, come direbbero alcuni) e diversi uffici. Alcune cose restano immutabili: il caos, il piccolo iBook G3 e la incessante necessità di spazio.
Un’altra costante è che ognuno di questi miei posti non somiglia neanche lontanamente alle foto che si trovano negli articoli che parlano dell’home working, dove sembra che splendidi freelance con ancora tutti i capelli in testa lavorino con soltanto un portatile, una matita (temperatissima) e un vaso ikea con due rami di bamboo all’interno.
Un’altra costante è che ognuno di questi miei posti non somiglia neanche lontanamente alle foto che si trovano negli articoli che parlano dell’home working, dove sembra che splendidi freelance con ancora tutti i capelli in testa lavorino con soltanto un portatile, una matita (temperatissima) e un vaso ikea con due rami di bamboo all’interno.

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